I prestiti dalla A alla Z: consulta il Glossario
Il nostro Glossario prestiti è un aiuto per orientarti nelle definizioni legate al mondo finanziario e creditizio.
Troverai descrizioni semplici e complete, spiegate con un linguaggio chiaro e comprensibile, per avere rapide spiegazioni sui principali termini di settore nel campo dei prestiti personali.
A - C - D - E - I - M - P - O - Q - R - T
Affidabilità del richiedente
L’affidabilità del richiedente è un valore indicativo che rappresenta l’affidabilità del soggetto che richiede un prestito ad adempiere alla propria promessa di pagamento. Questo valore, composto da varie voci, permette al richiedente di ottenere più o meno facilmente un prestito e quindi di accedere al mercato del credito.
In sede di verifica dell’affidabilità creditizia, detta fase istruttoria, vengono valutati dall’istituto di credito o dalla società finanziaria tutti i fattori che definiscono la capacità di un cliente di poter rimborsare puntualmente le rate del finanziamento per tutta la durata del contratto.
L’affidabilità creditizia viene valutata sulla base di diversi fattori, tra cui:
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Il livello di indebitamento al momento della richiesta del prestito;
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La capacità economica del richiedente, in tal senso si valuta la stabilità piuttosto che l’ingenza del reddito;
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Le entrate mensili;
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La puntualità nel rimborsare prestiti eventualmente sottoscritti in precedenza dimostrata dal richiedente
Ci sono tuttavia, altri elementi che vengono presi in considerazione durante la fase istruttoria tra cui la condizione professionale, l’età, la durata, l’importo e la finalità del finanziamento.
Al fine di reperire tutte queste informazioni, gli istituti di credito o le banche spesso si rivolgono alle Centrali Rischi, banche dati che forniscono al sistema finanziario informazioni sulla posizione creditizia dei soggetti che ricorrono al credito. Tali organi hanno come obiettivo quello di migliorare il processo di valutazione ed innalzare la qualità del credito concesso.
Il credit score, valore sul quale si basa l’affidabilità creditizia, viene calcolato tenendo conto di elementi di merito, come la puntualità dei pagamenti, ed elementi di demerito, come eventuali insolvenze. Tra gli elementi di demerito che più influiscono sul credit score è la presenza del cliente nell’elenco del cattivi pagatori condiviso dalle Centrali Rischi. Di conseguenza quanto più gli elementi di merito saranno rilevanti tanto più alta sarà l’affidabilità creditizia del soggetto preso in esame. Di contro se più fattori indicano che l’affidabilità del richiedente è insufficiente, tanto più complicato sarà per quest’ultimo ottenere un finanziamento.
Le banche e le società finanziare utilizzano il credit scoring, processo che ha come output il credit score appunto, per stimare la solvibilità di un prestito e per decidere se concedere o meno un finanziamento. Questo è un processo altamente standardizzato, in quanto calcolato tramite un software, che valuta in modo obiettivo ed uniforme l’affidabilità del richiedente.
Restano ferme le discrepanze dovute ad una diversa attribuzione delle varie voci che compongono il punteggio e che vengono fissate in base alla credit policy della banca o istituto di credito che sta svolgendo l’analisi. Quindi, i criteri di valutazione stabiliti non sono fissi e variano tra i vari istituti di credito. Ogni banca, una volta acquisito il credit score del richiedente sceglie autonomamente se concedere il finanziamento quindi mandare avanti la pratica o meno.
Consumatore
Il consumatore è una persona fisica che acquista o usa beni o servizi per suo uso personale, estraneo all'attività imprenditoriale o professionale eventualmente svolta. Il consumatore può pagare i beni o i servizi che acquista in un’unica soluzione, oppure può accendere un prestito che poi rimborsa ratealmente (credito al consumo).
Costo totale del credito
Il Costo totale del credito assume una diversa qualificazione e quantificazione in base al soggetto preso in esame. Infatti il costo del credito per il cliente (detto soggetto finanziato) si compone di tutti i costi e le spese che deve sostenere lo stesso per accedere al credito di consumo. Il costo del credito per il soggetto erogante (banca o istituto di credito) è costituito dagli oneri e i costi sostenuti per dare corso al finanziamento.
Sono rari i casi in cui i due costi coincidono, in primis in quanto differiscono per componenti e in secundis perché il costo del credito per il soggetto erogante dovrebbe essere inferiore al prezzo per il quale è concesso il finanziamento, tale prezzo in linea di massima dovrebbe combaciare con il costo del credito sostenuto dal cliente.
Il costo del credito, sostenuto dal richiedente, si compone dei seguenti oneri e spese:
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Interessi, rappresentano il “prezzo” del credito richiesta dalla banca o dalla società finanziaria, possono essere fissi o variabili in base a quanto stabilito nel contratto
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Costi di istruttoria, costi sostenuti dalla soggetto erogante nella fase iniziale di erogazione del finanziamento, durante la quale l’istituto di credito o la banca aprono la pratica e valutano la posizione economica e creditizia del richiedente
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Costi di gestione della pratica, ad esempio commissione annua, le spese per l’incasso della rata, e quelle per le comunicazioni tra la banca e il cliente
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Commissioni previste dal contratto, variano in base all’istituto di credito e alla tipologia di contratto sottoscritto
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Altre spese fisse o variabili previste dall’accordo stipulato
Dal costo totale del credito, solitamente, sono escluse le eventuali spese notarili.
I costi del credito vengono comunicati in trasparenza al soggetto richiedente attraverso la condivisione di un foglio informativo che identifica tutte gli oneri e le spese che dovrà sostenere il cliente. Questo foglio informativo viene, inoltre, messo a disposizione del cliente al fine di esprimere un consenso informato al momento della stipula.
Esiste, però, un indicatore in grado di stabilire in valore percentuale a quanto ammonti il costo totale del credito: il TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale). Questo indice rappresenta lo strumento principale di trasparenza nei contratti di credito ed esprime il costo totale effettivo del credito a carico del consumatore, includendo oneri diversi e ulteriori rispetto al tasso di interesse che dovrebbe corrispondere il consumatore.
Credit scoring
Il credit scoring è il sistema automatizzato adottato dalle banche e dagli intermediari finanziari per valutare le richieste di finanziamento della clientela (in genere per la concessione del credito al consumo). Esso si basa su sistemi automatizzati che prevedono l'applicazione di metodi o modelli statistici per valutare il rischio creditizio, e i cui risultati sono espressi in forma di giudizi sintetici, indicatori numerici o punteggi, associati all'interessato, diretti a fornire una rappresentazione, in termini predittivi o probabilistici, del suo profilo di rischio, affidabilità o puntualità nei pagamenti. È un punteggio calcolato esaminando tutti i dati, sia personali che relativi al passato finanziario del richiedente. In questo modo gli istituti bancari e le società finanziarie decidono se un soggetto è affidabile, quindi in grado di pagare le rate del prestito ottenuto e, di conseguenza, decidono se accogliere o respingere la richiesta di finanziamento presentata. Il credit scoring è una procedura che viene eseguita al momento dell’istruttoria, ovvero della presa in carico da parte di istituti bancari e società finanziarie della richiesta di finanziamento, prestito o mutuo presentata dal cliente. Il credit score equivale alla percentuale di rischio legata al finanziare un determinato soggetto.
Credito al consumo
Il Credito al Consumo è un finanziamento concesso dalle banche o società finanziarie per permettere al beneficiario l’acquisto di beni e servizi o eventualmente la rateizzazione di una spesa. Generalmente si fa riferimento a finanziamenti a breve termine, come prestiti personali, sono esclusi invece finanziamenti a lungo termine, come i mutui o leasing.
In Italia gli unici soggetti autorizzati a concedere credito al consumo sono le banche e gli intermediari finanziari iscritti negli appositi registri. Tali soggetti possono concedere il credito al consumo esclusivamente a persone fisiche e non a società o enti. Per tali ragioni viene esclusa qualsiasi motivazione imprenditoriale e, quindi, l’acquisto di beni e servizi per la propria attività professionale e lavorativa.
Lo scopo della concessione del credito è quindi il finanziamento della spesa corrente delle famiglie al fine di sostenerne i consumi o di rimandarne il pagamento o di rateizzarlo.
Tali finanziamenti possono essere concessi sotto forma di prestiti personali, carte di credito o revolving, consolidamento debiti e la cessione del quinto dello stipendio. Si possono distinguere, inoltre, due tipi di finanziamenti che rientrano nel credito al consumo: i prestiti finalizzati e prestiti non finalizzati. La principale differenza tra le due tipologie è che nei prestiti finalizzati il denaro viene erogato direttamente al venditore del bene, ad esempio la rateizzazione per l’acquisto dell’automobile o il pagamento tramite carta di credito. Per i prestiti non finalizzati invece la somma di denaro viene erogata al richiedente senza che vi sia l’acquisto di uno specifico bene o servizio, in questo caso il richiedente quindi può disporre dell’importo ottenuto in totale autonomia, senza alcun vincolo.
Interessi
Il cliente una volta ricevuto il finanziamento si impegna alla restituzione graduale del capitale ricevuto in prestito e alla corresponsione degli interessi così come pattuito in sede di sottoscrizione del contratto. La restituzione avviene solitamente in modo graduale e periodico attraverso delle rate, generalmente costanti e a cadenza mensile.
Durata del finanziamento
La durata del finanziamento è l’intervallo temporale concordato tra ConTe Prestiti e il cliente, durante il quale quest’ultimo s’impegna a restituire le rate del prestito unitamente agli interessi maturati.
Nel credito al consumo generalmente il rimborso del finanziamento avviene attraverso rate mensili dello stesso importo, in aggiunta gli interessi maturati e altre spese accessorie così come definito dal contratto.
Sulla base della durata del finanziamento si possono distinguere due tipologie di prestiti: i prestiti personali da i mutui. Infatti i prestiti personali sono caratterizzati per la breve durata, invece i mutui hanno un orizzonte temporale medio-lungo. Nel dettaglio:
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Finanziamenti a breve termine (prestiti personali): di norma possono avere una durata massima di 10 anni e richiedono minori garanzie ma potrebbero aumentare il rischio di insolvenza
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Finanziamenti a medio-lungo termine (mutui): solitamente possono avere una durata massima fino a 40 anni e le garanzie sono maggiori rispetto ai finanziamenti a breve termine. Inoltre all’aumentare dell’arco temporale aumentano anche i costi e le spese da sostenere. Generalmente, tuttavia, un prestito dal periodo di rimborso più lungo permette di mantenere le rate mensili più basse.
Il periodo del rimborso del finanziamento può essere modificato anche successivamente alla stipula del contratto. Il cliente ha infatti diritto all’estinzione anticipata del prestito, in tal modo il cliente s’impegna a pagare tutte le rate non ancora corrisposte e quindi ad estinguere il prestito prima delle scadenza.
Alternativamente il cliente potrebbe richiedere una rinegoziazione del prestito, in questo caso la durata del finanziamento non si riduce, come avviene nell’estinzione anticipata, bensì viene prolungata. Attraverso la rinegoziazione potrebbero essere modificati i termini del contratto originale relativi a capitale prestato, tassi d’interesse e tempi di rimborso.
Generalmente le banche o gli istituti di credito si specializzano in una tipologia di prestito breve o medio-lungo termine. ConTe prestiti è specializzata in prestiti a breve termine non finalizzati.
Estinzione anticipata
L’estinzione anticipata è il diritto del cliente di estinguere il prestito o il finanziamento in qualsiasi momento rispetto al termine concordato dal contratto. Di norma questa facoltà è prevista per tutte le forme di finanziamento: mutui, finanziamenti a breve-lungo termine, prestiti personali, cessione del quinto. Tuttavia le condizioni, i limiti e le modalità dell’estinzione anticipata possono variare in base alla tipologia di finanziamento.
L’estinzione anticipata di un finanziamento prevede il pagamento anticipato del capitale residuo prima della scadenza naturale del contratto, nello specifico la restituzione comprende il capitale residuo e gli interessi maturati fino a quel periodo.
Relativamente all’estinzione anticipata di prestiti, solitamente è previsto il pagamento di una penale, fissata al momento della sottoscrizione del finanziamento, che ripaghi l'istituto di credito della mancata corresponsione degli interessi derivanti dal capitale residuo. L’applicazione della panale e il suo importo può variare da banca o istituto del credito, tuttavia, di norma non può eccedere l’1% dell’importo del debito residuo
L’estinzione anticipata dei prestiti può avvenire in qualsiasi momento, non è quindi previsto un limite temporale a tale facoltà.
Interessi
Gli interessi rappresentano la somma che il cliente deve corrispondere all'istituto di credito come compenso, al fine di ottenere la disponibilità di capitale per un certo periodo di tempo. Di norma gli interessi bancari sono indicati con una percentuale, che è, appunto, il tasso d’interesse. Quest’ultimo rappresenta l’ammontare dell’interesse applicato al capitale preso in prestito, quindi l’importo della remunerazione del creditore.
Esistono diverse tipologie d’interessi bancari tra cui interessi attivi, interessi passivi, interessi semplici e interessi composti. Nello specifico:
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Interessi attivi: il cliente matura interessi attivi nel caso di conti correnti e conti deposito. In questo caso è quindi la banca a corrispondere gli interessi per aver ricevuto in deposito una somma di denaro che può essere utilizzato per altre operazioni finanziarie.
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Interessi passivi: rappresentano un costo per il cliente e sono dovuti in caso di prestiti, mutui e finanziamenti. Il cliente si impegna a corrispondere gli interessi passivi all’istituto di credito o alla banca che ha concesso il finanziamento.
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Interesse semplice: in questo caso a variare è il regime di capitalizzazione. L’interesse semplice o lineare è l’interesse che si accumula linearmente, in altre parole la sua determinazione avviene in base alla proporzione aritmetica fra l’ammontare del capitale impiegato e il tempo di utilizzo.
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Interesse composto: detto anche anatocismo, rappresenta l’interesse che viene regolarmente aggiunto al debito. In questo caso l’interesse è composto perché viene calcolato non solo sul capitale principale, ma anche sugli interessi aggiunti al debito originario. Gli interessi maturati, così, si aggiungono al capitale iniziale, producendo a loro volta nuovi interessi. L’anatocismo bancario è consentito, nell’ordinamento italiano, solo in ambiti ristretti.
Gli interessi che il cliente deve pagare all’istituto di credito compongono la quota interessi, che ha una diversa composizione in base al tasso d’interesse che è previsto dal contratto, alla durata del finanziamento, all’ammontare del capitale prestato e ad una serie di altre variabili.
Solitamente, al fine di valutare la convenienza di un prestito o di un finanziamento, si utilizza il TAN, Tasso Nominale Annuo, una percentuale che indica gli interessi da restituire alle fine del prestito. Questo indice rappresenta quindi, in modo sintetico, l'interesse applicato al prestito, e viene di norma accompagnato dal TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale), per una valutazione più completa della convenienza del finanziamento.
Imposta di bollo
L’imposta è una quota di reddito che lo Stato o altri enti pubblici prelevano in modo coattivo per il finanziamento di servizi di comune utilità. Esistono due tipologie di imposte: le imposte dirette e quelle indirette. Le prime sono applicate al patrimonio e al reddito e sono ad esempio l’IRPEF, l’IMU, ecc. Le imposte indirette invece si applicano al trasferimento o al consumo di un bene o di un servizio, come ad esempio: l’IVA, l’imposta di bollo, l’imposta ipotecaria, i contributi integrativi ecc.
Relativamente all’imposta di bollo, questa è un tributo fiscale che viene applicato a seconda della richiesta, della produzione o della presentazione di alcune tipologie di documenti.
L’imposta di bollo viene applicata alla richiesta di prestiti e finanziamenti. All’atto di una domanda di richiesta del prestito e al fine di tutte le pratiche necessarie all’avvio della pratica istruttoria viene richiesto il pagamento di un’imposta di bollo sui prestiti. Questo tributo può essere fisso o proporzionale ed è dovuto nella misura vigente al momento in cui si presenta l’atto o il documento.
L’imposta di bollo sui prestiti, quindi, rientra tra i costi ulteriori gravanti sul contratto di finanziamento che non sono ricompresi nel TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale). L’importo dell’imposta di bollo è attualmente 14,62 € per tutti i contratti di prestito con una durata di 18 mesi.
Tuttavia a tale cifra deve essere aggiunto un ulteriore costo relativo a tutte le comunicazioni effettuate tra l’istituto di credito e il soggetto debitore. L’imposta di bollo viene applicata esclusivamente alla prima rata del prestito, il costo relativo alle comunicazioni, di valore più esiguo, viene invece addebitato una tantum all’imposta di bollo.
Le modalità di pagamento dell’imposta di bollo sono varie: pagamento ad un soggetto intermediario convenzionato con l’Agenzia delle Entrate, pagamento diretto o versamento in conto corrente. Bisogna sottolineare tuttavia che questo onere fiscale a carico del richiedente grava anche se il cliente decida di esercitare il diritto di recesso dal contratto di finanziamento.
Montante
Il montante è la somma totale (importo richiesto + interessi) che il cliente (debitore) dovrà restituire, al termine del periodo stabilito, all’istituto bancario o alla società finanziaria che gli ha concesso il prestito. In caso di finanziamento a tasso fisso il montante può essere calcolato fin da subito moltiplicando l’importo della rata per il numero delle rate, al contrario, in caso di un finanziamento a tasso variabile, la cifra esatta del montante potrà essere calcolata solo al termine del periodo di rimborso come somma dell’importo delle singole rate pagate nel tempo. Il valore del montante è quindi strettamente collegato all’importo del finanziamento, alla sua durata e al tasso d’interesse applicato: l’incremento di uno o più di questi fattori produce un aumento del montante, mentre una loro diminuzione ne riduce il valore totale.
Prestito personale
Il prestito personale è il finanziamento di norma concesso per soddisfare generiche esigenze di liquidità del richiedente. Il finanziatore versa la somma al cliente in un’unica soluzione e il cliente la restituisce a rate.. L’importo del prestito personale è rimborsabile secondo un piano di ammortamento con rate comprensive di una quota di interessi e una quota di capitale. Alla presentazione della domanda di prestito personale da parte del cliente l’ente erogatore si riserva di valutare la concessione o meno dell’importo richiesto previa valutazione del profilo personale del cliente e della sua storia finanziaria. I requisiti necessari per l’ottenimento del prestito personale possono variare tra i diversi istituti finanziari.
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Oneri accessori
Gli oneri accessori sono spese sostenute dal cliente in aggiunta al costo del servizio finanziario acquistato, rientrano nel costo totale del credito. Tra gli oneri accessori a carico del conduttore rientrano per esempio le spese d’istruttoria, eventuali assicurazioni e altri costi.
Le spese d’istruttoria, in particolare, sono dei costi accessori calcolati sul totale del finanziamento e vengono applicati sia a prestiti che a mutui. Queste spese vengono inizialmente sostenute dall’istituto di credito e poi rimborsati dal cliente. Le modalità di rimborso sono discrezionali, di norma è prevista la restituzione in un'unica soluzione, in aggiunta alla prima rata, soprattutto in caso di prestiti di piccola entità.
In alternativa, alcuni istituti di credito scelgono di rateizzare i costi su tutta la durata del finanziamento.
Altri oneri accessori che potrebbero essere eventualmente previsti a fronte della concessione del credito sono le eventuali assicurazioni stipulate per garantire alla banca erogatrice del credito il rimborso del prestito in caso di situazioni eccezionali, come perdita del lavoro, infortunio o morto del richiedente. Tali assicurazioni potrebbero essere obbligatorie o facoltative a seconda di quanto previsto dall’istituto di credito.
Tra gli oneri accessori potrebbero essere previste anche ulteriori spese da sostenere in caso di ritardo dei pagamenti. Tali spese variano in funzione di quanto previsto dal contratto e, quindi, variano da un istituto di credito all’altro.
Va inoltre sottolineato, al fine della valutazione sulla convenienza del finanziamento richiesto, che gli oneri accessori non rientrano nel computo del TAN, ma in quello del TAEG. Quest’ultimo infatti tiene conto non solo delle spese previste per il finanziamento relative agli interessi da corrispondere, ma anche tutti gli oneri accessori come le spese d’istruttoria e le assicurazioni. Per tale ragione è consigliabile, per una valutazione più completa, prendere in considerazione il TEAG applicato allo specifico finanziamento.
Quota capitale
La quota capitale rappresenta una parte della rata di rimborso riguardante la restituzione del capitale preso in prestito. Il totale della rata di rimborso, che il cliente pagherà alla banca o istituto di credito, è infatti composto dalla quota capitale e dagli interessi. Per quanto riguarda quest’ultimi rappresentano il costo del credito ancora non restituito. La quota capitale, invece rappresenta il capitale preso in prestito che deve essere rimborsato. La restituzione della quota capitale va quindi a diminuire il debito residuo.
La composizione della rata, quindi l’ammontare di quota capitale e quota interessi da corrispondere, varia in base a quanto pattuito nel piano di ammortamento. Esistono diverse tipologie di piano di ammortamento, di norma quella più utilizzata è l’ammortamento alla francese che prevede delle rate costanti durante tutta la durata del finanziamento. In questa fattispecie seppur l’importo della rata non vari, la composizione della stessa muta con l’avanzamento del finanziamento. Quindi la quota capitale e la quota d’interessi avranno un peso diverso nel tempo, nei primi periodi la rata sarà composta per la maggior parta dalla quota d’interessi, mentre verso la fine si rimborsa quasi interamente la quota capitale.
Alternativamente la banca può prevedere un ammortamento a tasso variabile, in questo caso sia la quota capitale che la quota interessi possono variare in base alle variazioni del tasso. In alternativa potrebbe essere prevista la variazione solo della quota interessi, la quota capitale invece viene calcolata al tasso iniziale e resta invariabile durante tutta la durata del finanziamento.
Esistono, poi, altre tipologie di piano di ammortamento, come i piani a rate crescenti e decrescenti o i piani di ammortamento liberi. In quest’ultimo caso, il cliente ha la possibilità di rateizzare esclusivamente la quota interessi e restituire la quota capitale quando lo desidera entro certi limiti temporali.
Rata
In caso di finanziamento, il rimborso da parte del debitore può avvenire in unica soluzione o con le rate, attraverso una cadenza periodica prestabilita (settimanale, mensile, trimestrale ecc.). Ogni rata è generalmente comprensiva sia della quota capitale, sia della quota di interessi maturata. Visita la pagina Prestiti sul nostro sito per saperne di più sui nostri finanziamenti e su come richiedere quello che fa per te.
TAEG (Tasso annuo effettivo globale)
Il TAEG o tasso annuo effettivo globale è un tasso virtuale che funge da indicatore fondamentale del costo totale del credito e ricomprende tutte le spese obbligatorie che il cliente deve sostenere per l’apertura e il pagamento del finanziamento. Il TAEG è quindi la percentuale degli interessi totali maturati sul totale del finanziamento concesso.
Questo indicatore, introdotto nel 2003, non serve per calcolare le rate del prestito bensì per fornire informazioni riguardanti il prestito e il costo totale ad esso connesso. È utile inoltre per confrontare i costi di più soluzioni di finanziamento proposte da diverse banche o istituti di credito come i mutui ipotecari, i prestiti finalizzati, i prestiti personali, ecc.
La misura del tasso, che rappresenta il costo percentuale che il debitore dovrà sostenere ogni anno fino all’estinzione del debito, comprende tutte le possibili spese accessorie, quali:
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Le spese di istruttoria
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Le spese di incasso e gestione della rata
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L’imposta di bollo su ogni comunicazione inviata al cliente e l’imposta di bollo sul contratto. Prima del 2011 questi costi non venivano compresi nel calcolo del costo complessivo del finanziamento.
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Il costo per le comunicazioni periodiche
Esclusi dalla competenza del TAEG sono tutti i costi accessori facoltativi legati al contratto sottoscritto tra cui: bolli statali, spese notarili, interessi di mora e eventuali assicurazioni.
Il TAEG è quindi la somma delle spese accessorie e del TAN (tasso annuale nominale) che rappresenta il tasso d’interesse puro che viene applicato annualmente. Per tali ragioni viene definito anche indice sintetico di costo (ISC).
Il TAN e il TAEG sono due indicatori che rappresentano il costo degli interessi sullo specifico contratto, ma il primo è la percentuale degli interessi maturati su ogni rata mensile. Il secondo invece, rappresenta il totale, è quindi di per sé un dato molto più preciso per valutare la convenienza di un finanziamento.
TAN (Tasso annuo nominale)
Il TAN, o Tasso Annuale Nominale, indica il tasso d’interesse del finanziamento.
Rappresenta quindi dal punto di vista del creditore la sua remunerazione annua per la concessione del prestito, e dal punto di vista del debitore l’importo degli interessi che è tenuto a pagare annualmente.
Va sottolineato che la corresponsione degli interessi, di norma, non avviene in un'unica formula, ma viene rateizzata durante tutta la durata del prestito. Conseguentemente, qualora il contratto prevedesse un pagamento periodico degli interessi, il TAN non corrisponderà esattamente al tasso effettivo applicato al finanziamento, ma al tasso effettivo periodale moltiplicato per il numero di periodi in cui è ripartito l’anno.
Qualora da contratto fosse previsto un paio di ammortamento alla francese, ad esempio, la quota d’interesse decrescerà nel tempo. Quindi la quota interesse sarà più alta nei primi periodi del finanziamento e tenderà progressivamente a diminuire, fino a quando la rata sarà composta esclusivamente della quota capitale. L’importo delle singole rate sarà influenzato proprio da questo valore, per cui più è basso il Tan, più basso sarà l’importo delle rate del finanziamento e quindi la quota interessi effettiva.
La motivazione risiede nel fatto che il TAN fa riferimento all’anno nel suo complesso, di conseguenza il pagamento rateale degli interessi durante l’anno farà in modo che il tasso effettivo sia leggermente superiore rispetto al tasso nominale.
La formula del Tan, però, non prende in considerazione gli oneri accessori e le spese aggiuntive che dovrà sostenere il cliente durante l’intera durata del finanziamento. Per tale motivo non può essere considerato un indice sintetico del costo complessivo del finanziamento e quindi della sua convenienza. Di norma tale indice viene accompagnato dal Teag, che invece tiene conto degli oneri accessori e quindi rappresenta un valore più preciso nell’identificazione del costo effettivo del finanziamento, omnicomprensivo di spese aggiuntive.
Le banche e le società che erogano finanziamenti alle persone fisiche o alle società, nel documento informativo precontrattuale, sono tenute per legge a comunicare il tan e il taeg che applicheranno in modo tale da permettere al richiedente di informarsi sulle condizioni economiche dell’operazione e agire in totale trasparenza.